Quando mi fermo un
attimo sul tema del servizio, un tema che mi è stata proposta da una laica
saveriana, i miei occhi sono bloccati subito a queste pagine di San Guido Conforti
che parla della carità cristiana. È una frase che ho dovuto ruminare per lungo
tempo, cercando di capire. È questa la frase: Fili accedens ad servitutem
Dei, praepara animam tuam ad tentationem «Figlio, quando al
servizio di Dio, prepara la tua anima alla tentazione.
Di quale tentazione si
parla? Leggendo le aspirazioni scritte durante i suoi esercizi, ho trovato
questa citazione che per me è la radice di quella tentazione: «Io
non posso vivere per me solo. Col pretesto di vivere per Iddio, non ho diritto
di astenermi dal vivere per i miei simili, perché il segno dal quale Dio
riconosce chi vive per lui è la carità, ossia la vita spesa per gli altri».
In questa condizione
comunitaria in cui un fedele si impegna ad amare Dio, servendo il prossimo, si
trova gli eventi che purificano il vero motivo della sua decisione per attuare il
comandamento principale. L’immagine che San Guido Conforti porta come un
esempio è una città fortificata: «il fratello ajutato dal fratello è
come città fortificata, che non teme gli assalti nemici. Uno spettacolo ben
diverso presenterebbe l’odierna società se nei cuori in luogo dell'egoismo,
regnasse sovrana la carità di Cristo, che cerca in ogni cosa la maggior gloria
di Dio e poscia il bene dei fratelli». Perciò, «la parola d’ordine
che compendia tutto il programma pratico della nostra vita di Cristiani non può
essere che questa: in omnibus charita ». «E così la santità, il
sentimento del dovere, la rigenerazione del cuore, la spiritualità della vita
compiranno in noi l’opera della fede, trasformandoci in Cristo. Avremo
così la fede vera, quella fede che giustifica, perché opera mediante la carità».
Ma, la carità vive da
sola? Direi di no! Quando mi sono fermato un attimo su questa parola, mi
ricordavo un passo in cui San Guido Conforti aveva parlato dei due custodi
della verità che sono l’umiltà e la carità. Poi egli continua a
sottolineare che «la carità è la regina delle virtù e per questo
bisogna con ogni cura guardarsi da tutto ciò che può offenderla. E molti sono i
vizi che le si oppongono, quali l’egoismo, l’invidia, l’avversione, la
discordia, lo spirito di contraddizione, l’iracondia». Si contrasta le sue presenze
nella correzione fraterna: è un luogo in cui le persone che vivono lo stesso
principio di vita condividono e operano in comune, aiutandosi a vicenda.
«Abbiate
inoltre la carità scambievole; questa leghi strettamente fra di loro i vostri
cuori e faccia di voi come un cuor solo ed un’anima sola per guisa che siano
sempre comuni le gioie ed i dolori».
E siate
finalmente una sol cosa tra di voi considerando come vostra parola d’ordine il
precetto apostolico: «Omnia vestra in caritate fiant.»
- La carità di Cristo sia la regola costante dei vostri rapporti scambievoli.
- Lungi sempre da voi i sussurri, le mormorazioni, le particolarità, i sospetti e le diffidenze, che raffreddano questa santa fiamma e scindono gli animi con pregiudizio dell’edificazione fraterna e di quella concordia che moltiplica le energie per il bene.
- Il rispetto scambievole, invece il compatimento reciproco, l’emulazione santa cementeranno sempre più l’unione dei vostri animi, senza distinzione tra vecchi e giovani, perché "omnes fratres in Christo".
i saveriani in discesa dalla montagna |
«Se noi
facciamo un confronto fra la carità e le altre virtù, subito si deve concludere
che la carità è la maggiore. Hoc est primum et maximum mandatum. Major autem
horum caritas. E' la maggiore anche per gli effetti che essa produce; dai
frutti si conosce la pianta». Questi sono alcuni confronti tra la carità e le altre virtù:
- Tutte le virtù non possono restituire la grazia, la carità perfetta cancella il peccato e dà la grazia. Caritas operit multitudinen peccatorum.
- Tutte le virtù rendono forti contro le passioni, ma la carità rende forti come la morte, fortis ut mors dilectio. Quis separabit nos a caritate Christi?
- Dove è la carità, ivi sono tutte le altre virtù. Che cosa la fede, che cosa la speranza quando cessi la carità? mortuae sunt in semetipsis. Si linguis hominum loquar caritatem autem non habuero nihil sum nihil mihi prodest.
- La fede e la speranza rimarranno alle porte del Paradiso e solo la carità entrerà con noi. In questa vita si può mancare contro le virtù o per difetto o per eccesso, contro la carità non si può mancare per eccesso. La regola è di amar Dio senza regola.
«Ma la nostra carità pei fratelli non deve
essere sterile, fatta di semplici parole e proteste, alcunché di platonico e
sentimentale, ma deve manifestarsi alle opere, perché i fatti sono la miglior
prova dell'amore».
Ecco perché il contenuto della carità è il servizio perché il
sinonimo stesso della carità è "la vita spesa per gli altri".
Tratto da FCT, PgCf
alfonsus widhiwiryawan, parma ottobre 2011