martedì 16 agosto 2011

L'uomo spirituale in Gdc 6,11-24 e Mt 19,23-30

Inizia ufficialmente oggi la GMG fino al 21 agosto a Madrid. Non si tratta soltanto di un incontro dei giovani o tra i giovani, ma evidenza soprattutto la missione della Chiesa all'inizio del terzo millennio all'interno della cultura dei giovani e nel contesto odierno.
Qui la Chiesa continua ancora a guidare il cammino dell'uomo spirituale nel mondo sempre nuovo e cambiato in fretta dei suoi passi. Le letture di questo giorno ci guida per conoscere proprio il cammino spirituale nella mente del libro dei Giudici e del Vangelo secondo Matteo.
Il carattere principale dell'uomo spirituale nel libro dei Giudici è che i dodici personaggi raccontati in questo libro sono scelti direttamente da dio per una missione speciale, per liberare Israele e per governare la giustizia e la pace in Israele. Ma cosa significa l'uomo spirituale?
I padri del deserto parla dell'uomo spirituale come colui che cerca le vie di Dio attraverso l'ascesi e la conoscenza della Sacra Scrittura e delle realtà spirituali. I teologi del medioevo come Pietro Lombardo, Tommaso (tanto per citare alcuni), si concentrano più sull'idea della perfezione della carità. L'uomo spirituale è colui che raggiunge questa perfezione. Nei tempi moderni, la formazione e lo sviluppo della vita spirituale viene determinato dal nutrimento dei sacramenti, delle preghiere e dal culto liturgico. Nel senso più comune, però, si comprende il significato dell'uomo spirituale fin dal momento in cui una persona si orienta verso la realizzazione dei valori elevati anche se non c'entra niente con il campo religioso; ad esempio, quando uno si dedica alla ricerca della bellezza, dell'armonia, dell'equilibrio, della verità, della pace, della giustizia, dell'integralità della natura ecc.
Mi limito a descrivere l'immagine dell'uomo spirituale secondo la testimonianza di Gedeone e dell'uomo ricco nella parabola di gesù. Sottolinerei questi due esempi perché la vita spirituale ha a che fare proprio dell'esperienza cristiana, non con un discorso teologico astratto sull'esperienza cristiana.
Gedeone evidenza che la sua famiglia è la più povera di Manasse ed egli è il più piccolo nella casa di suo padre. gesò, nella sua parabola, accentua che "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno di Dio". Le entrambi vie spirituali ci propongono non lo spirito di proprietà, ma la povertà in spirito.
L'unica proprietà dell'uomo spirituale è il Signore. Ricordiamo il messaggio rivolto a Gedeone: "il Signore con te". Sal 15 poi lo arricchisce "il Signore è mia parte di eredità e mio calice". Paolo nella lettera ai filippesi scrive "Per me infatti, il vivere è Cristo e il morire un guadagno". Domani, continuiamo questa riflessione con il guadagno degli operai della vigna del Sigore, che però possiamo anticipare oggi: è la vita eterna.
Concluderei con le parole di s. Giovanni della Croce che spinge il cammino dell'uomo spirituale fino al punto estremo: nulla. Scrive così "Non abbiate nessun desiderio se non quello di entrare solo per amore di Cristo, nel distacco, nel vuoto e nella povertà riguardo a tutto quanto esiste sulla terra. ... Non solo i beni, le gioie e i piaceri di questo mondo ci ingombrano e ci fanno perdere tempo nella nostra marcia verso Dio, ma pure le gioie e le consolazioni spirituali sono un OSTACOLO nella nostra marcia in avanti, se le riceviamo con uno spirito di proprietà.

In fede.
alfonsus widhiwiryawan sx

Nessun commento:

Posta un commento

Lettura d'oggi

Friends