mercoledì 14 settembre 2011

Per quanto riguarda gli "incaricati" (1Tim 3,1-13)

Come dovrebbe essere lo stile di vita dei ministri di Dio secondo Paolo in questa lettera?
Indovinerei che ci sia un uomo ricco delle virtù umane e dell'integrità del cuore. L'aspetto umano e quello divino vanno insieme in modo equilibrato. Entrambi non vanno separate, anzi, che siano vissute in modo integrate in modo tale che la grazia di Dio operi abbondantemente. La responsabilità del "incaricato" di Dio per pascere il suo gregge non può appoggiarsi soltanto dalla sua grazia (che non ci manca mai). Perciò, è il compito importantissimo per tutti i pastori della Chiesa a sviluppare la maturità  delle sue qualità umane per rendersi più disponibili all'opera salvifica incarnatoria.
Quando si tratta della qualità delle virtù, possiamo imparare dai tanti santi pastori che il Signore ci ha regalato lungo la storia della creazione sin da Adamo ed Eva fino al percorso del cristianesimo dei nostri giorni. Ci sono varie qualità, ma in ogni epoca il Signore ci ha mandato una certa qualità delle persone adatte per rispondere la sfida del vivere la fede in un certo contesto.
San Giovanni Crisostomo, nella sua opera "Contro gli oppositori della vita monastica" sottolinea che la vita monastica non era la sola via per raggiungere la perfezione, la vita sacerdotale, al servizio dei credenti e in mezzo alle tentazioni del mondo, era per lui il miglior modo di servire Dio. Cosa significa "il miglior modo"? Non si tratta qui per lodare una sola via di perfezione, anzi, di riconoscere i doni, i carismi ed i talenti che il Signore ci ha donato. A partire da qui, ad ognuno di noi possa amare il Signore e servire i fratelli in modo migliore. Quei doni, carismi e talenti non sono i regali personali; non vanno utilizzati per ricevere gli applausi per gonfiare il proprio ego, ma questi sono donati soprattutto per costruire la comunità. Questa è il luogo privilegiato per manifestare la grazia di Dio.
Si potrebbe interpretare "il miglior modo" nel senso che in qualsiasi stato di vita che abbiamo, lo viviamo con l'integrità del cuore. Ricordiamoci che il nostro cuore tende naturalmente a Dio perché è fatto per lui. Egli solo può renderlo felice. Così questa integrità del cuore colmata dalla grazia di Dio diventi la sorgente della carità. San Gregorio Magno su queste cose insiste che "senza la carità non si ha da esercitare il ministero apostolico". Questa nota mi fa pensare tanto e mi conduce a sfogliare gli scritti di Conforti sul sacerdozio. Egli fermamente crede che  "uomo di Dio è costituito nelle cose che sono di Dio".

alfonsus widhiwiryawan, parma, settembre 2011 nel ricordo della memoria di san Giovanni Crisostomo

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