domenica 4 dicembre 2011

i cristiani hanno bisogno ancora della conversione?

La lettura di Is 40,1-5.9-11; Mc 1,1-8


La Parola cresce con colui che la medita e la contempla. Un segno evidente di questa sintonia si trova quando quella Parola torna, in un modo o altro, e incanta una  persona a ricordare alcune parole chiavi del Vangelo. Così attraente, egli si ricorda, gli piace fermarsi un'attimo, si trova un gusto inspiegabile ruminandola nel cuore oppure gli fa crescere tante domande. In altre parole, nel momento in cui una persona si sente l'incompatibilità tra la Parola e l'oggi della storia vissuta.
In questo panorama entra la parola "conversione". Il brano di Isaia parla del ritorno di Israele. Giovanni parla del battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Alcuni dizionari spiegano la conversione come cambiare la direzione, tornare indietro o riprendere di nuovo il cammino trascurato.
Ma cosa intendiamo oggi con questa parola?
Direi questo: in ascolto alla Parola e stare attenti alla storia. 
Cioè, nutriamo ogni giorno con la Parola di Dio. Ci incontriamo spesso intorno a questo altare. Tutti questi fatti non dicono niente?
La nostra storia cambia rapidissima negli ultimi 10-20 anni. Al livello politico, sociale, economico, culturale ecc. Queste novità indicani i segni dei tempi in cui si incarna il Verbo di Dio!
Questa lettura ci invita alla fine a contestualizzare la Parola nel nosto linguaggio della storia di oggi. Non parliamo in fretta della santità senza passare per primo le tappe della conversione. Nella storia della spiritualità, ci sono tanti grandi mistici che hanno scritto i libri bellissimi a cui possiamo fare un confronto: Giovanni Climaco scrive le scale del paradiso, san Bonaventura para di tre gradi della vita spirituale: la purificazione, l'illuminazione e l'unione con Dio. Santa Teresa  d'Avila scrive il castello interiore con le sue 7 dimore. San Giovanni della croce parla della salità al monte carmello che disegna la gratuità del dono di Dio e la sensibilità dell'uomo per lasciarsi libero da tutte le cose del mondo. San Guido Maria Conforti parla della santità nella vita ordinaria.  Si può parlare anche le vie della santità "on-line"?
Tutte queste evidenziano la continuità del cammino verso Dio. Non si smette mai di camminare e di trovare le vie adatte per poter vivere in mezzo al mondo frenetico. Camminiamo nel deserto! Seguiamo la scelta di Israele per lasciare l'Egitto o la Babilonia che simboleggia una casa chiusa, un paese antisabatico, si trascura Dio e l'uomo, si dimentica chi siamo, il senso della vita incarnata, cosa vogliamo e dove andiamo. In questo quadro, invito alla conversione identica con quella per rinnovare la vita, per trovare l'energia soprannaturale, visto che l'anima nostra ha bisogno di un luogo sacro in cui lei può incontrare il suo Creatore e Redentore.
Così prepariamo il natale: Dio ha scelto la cultura, l'epoca e la famiglia di Giuseppe e Maria. La scelta di Dio indica che la redenzione passa attraverso le vie dell'uomo; la vita quotidiana che stiamo vivendo in casa, in famiglia, nella parrocchia, nella scuola, nell'ambito di lavoro, nel quartire ecc. La gioia e la fatica in essa hanno un valore. Niente succede per caso, ma per Provvidenza.
Non abbiate paura di confessare la vostra fede in Gesù Cristo. Non abbiate paura di diventare o di essere buoni cristiani, perchè questo è un segno che la Parola cresce con colui che la medita e la contempla.

alfonsus widhiwiryawan, parma 4 dicembre 2011

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