Gesù in persona
apparve in mezzo a loro. La parola in
mezzo è molto significativa per comprendere la presenza di Dio al nostro fianco
fino alla fine dei tempi. È questa parola continua a risuonare oggi nei vari
dipinti della risurrezione, fatti dai nostri evangelisti. La parola in mezzo ci fa ricordare anche
l’alleanza dell’antico testamento che simboleggia la presenza continua di Dio
proprio in mezzo al suo popolo. Ci sembra che egli stesso l’autore della storia
di Israele o lo spirito di vita che condurre il cuore del suo popolo per
tornare.. affinché viva. Possiamo immaginare il cammino di Israele nel deserto
dall’Egitto verso la terra promessa, il suo ritorno dall’esilio, come ha fatto
Samuele per reggere la nazione guidato dalla sapienza, come ci fanno notare il
mistero del rapporto tra Dio e l’uomo nella metafora sponsale nei libri
profetici e sapienziali ecc.
Questo signore che
sta in mezzo al suo popolo, si è incarnato nella storia e fa parte dell’umanità
in Cristo Gesù. Questa presenza viene fortificata poi anche dal suo salute
iniziale ai suoi discepoli Pace shalom a
voi. Un saluto che ci fa ricordare a quello degli angeli ai pastori in Luc
2,14. Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama. Adesso, il dono della pace viene
data dal Cristo risorto ai suoi discepoli. Che lo accolgano nella culla del
loro cuore come ha fatto i pastori che accoglie il Redentore del mondo nella
pace e nella semplicità della grotta di Betlemme.
Come possiamo
inquadrare l’esperienza della morte nella logica della resurrezione di Gesù
Cristo? Certo, di fronte alla paure, all’esperienza che nessuno lo sappia e lo
può sperimentare due volte, ci sono dell’incertezza, del dolore insopportabile
e del mistero di fronte alla morte silenzioso. A questo proposito, vorrei
notare due scritti dei grandi maestri di vita spirituale: Basilio il Grande nella sua omelia sulla martire Giulitta § 4 e Agostino d’Ippona nelle confessioni §
9,10-11 quando parla della morte di Monica, sua madre.
Basilio il Grande fa
i commenti della morte di un bambino così stato rapito dalla morte il tenero fanciullo
e dolori più atroci di quelli del parto, straziano la madre dolente per il suo
diletto: come cesserà i lamenti e innalzerà parole di ringraziamento? Se
penserà che del fanciullo da lei generato Dio è il Padre più vero, il tutore
più avveduto, il sostegno della vita. Perché non lasciamo che il Signore, tanto
saggio, dispensi i suoi beni come gli pare, ma ci turbiamo come se ci
spogliasse di beni nostri? Tu pensa che il fanciullo non è morto, ma è stato
restituito; che il tuo caro non è defunto, ma ha traslocato, e per breve tempo
ti ha preceduto sulla via che tutti noi necessariamente dobbiamo percorrere. …
perché dunque non ti sei abituato a ritenere mortali le cose mortali? Un uomo è
nato mortale. Che vi è dunque di straordinario se chi è mortale muore? Non vedi
la luna cresce e calare? Non vedi la terra rinverdire e riseccarsi? Cosa mai
intorno a noi è stabile? Guarda lassù il
cielo e osserva la terra: neppure essi rimangono. “Il cielo e la terra
passeranno. Cadranno le stelle dal cielo, il sole si oscurerà, la luna non darà
più la sua luce” (Mt 24,35.29). considerando ciò, quando ti colpisce la tua
parte della sorte comune, sopportarla in silenzio, non con insensibilità e
apatia, ma con fatica, tra molte sofferenze. Sopporta come un lottatore
generoso, che rivela la sua forza e il suo coraggio non solo colpendo
l’avversario, ma anche sapendo incassare i suoi duri colpi. La privazione del
figlio carissimo, della moglie affettuosa o di qualsiasi altro fra i più intimi
e fra i più amati, non è qualcosa di tremendo per l’uomo provvido, che ha posto
la retta ragione a guida della vita e non procede così, solo per abitudine.
Ricordando la madre
carissima, Monica, che l’ha lasciato a Ostia, Agostino scrive questa pagina. è
stata un’esperienza forte che è diventato uno dei elementi che ha costruito la
sua conversione. Egli si ricorda delle parole di sua mamma così “Figlio mio, per quanto mi riguarda, questa
vita ormai non ha più nessun’attrattive per me; cosa faccio ancora qui, e
perché sono qui, lo ignoro. Le mie speranze sulla terra sono ormai esaurite.
Una sola cosa c’era, che mi faceva desiderare di rimanere quaggiù ancora per un
poco: il vederti cristiano cattolico prima di morire. Il mio Dio mi ha
soddisfatta ampiamente, poiché ti vedo addirittura disprezzare la felicità
terrena per servire lui. Cosa faccio qui?” poi, suo fratello gli ha chiesto
di seppellire la madre a ostia, pronunziando
qualche parola e esprimendo l’augurio che la morte non l’accogliere in terra
straniera, ma in patria.
Che il nostro Signore
Gesù Cristo diventi per noi un motore dello spirito di vita che c’è dentro di
noi e ci fortifichi ad essere i suoi fedeli testimoni.
buona pasqua da Bintaro, Indonesia
12 aprile 2012. p. alfonsus sx