La mia domanda iniziale è stata il «perché». é quasi diventa la moda fare la confessione prima di natale? è davvero andare a canossa è una moda per riprendere il cammino della vita?
Durante il viaggio, egli un po' mi ha spiegato che nel vicariato, ci sono 5 parrocchie. La settimana prima di natale, ogni sacerdote va in una parrocchia per amministrare la confessione. Se venissero tutti, ci sarebbero 10 sacerdoti, nonostante alcuni devono fare circa 2 ore di viaggio, visto che la distanza è abbastanza notevole. Così in un giorno si spera di servire tutti i fedeli in una parrocchia. È conveniente?
Durante il viaggio, egli un po' mi ha spiegato che nel vicariato, ci sono 5 parrocchie. La settimana prima di natale, ogni sacerdote va in una parrocchia per amministrare la confessione. Se venissero tutti, ci sarebbero 10 sacerdoti, nonostante alcuni devono fare circa 2 ore di viaggio, visto che la distanza è abbastanza notevole. Così in un giorno si spera di servire tutti i fedeli in una parrocchia. È conveniente?
Cosa ho imparato nel primo giorno di arrivo a casa?
La presenza dei sacerdoti e dei fedeli che si accostano a questo
sacramento indica la riconoscenza dei doni. Il sacerdozio è un dono per tutta
la comunità. Non spetta soltanto ai sacerdoti sono stati ordinati, ma anche ai
laici che hanno fatto crescere la vocazione, hanno maturato durante il percorso
formativo e continuano a sostenere il sacerdozio come dono anche quando questo
viene condiviso, celebrando i sacramenti.
In oltre, la scelta per amministrare il sacramento del perdono
in una parrocchia fortifica il carattere comunitario di una parrocchia e delle
parrocchie in un vicariato. Anche in questo natale, nonostante i cristiani in
questa zona sono pochi, c’è un desiderio per camminare insieme, non soltanto i
fedeli di una parrocchia con gli altri, ma anche i suoi parroci. Ci vuole un
po’ di sacrificio per loro, ma c’è un valore più grande da raccogliere.
Poi, da parte dei sacerdoti, questo sistema li sostiene a creare
dei legami di fraternità. A volte si parla di una fraternità sacerdotale,
mentre l’argomento opposto sostiene che i diocesani sono autosufficienti e
vivono da soli. In realtà, siamo homo
socialis e abbiamo bisogno della presenza degli altri. I monaci del
deserto, abitano nei luoghi separati, ma vivono in una certa comunità. La
realtà dei diocesani è simile a questo. Credo che la condivisione del lavoro
parrocchiale non è una cosa da poco. Facendo la visita, conoscendo la casa e
gli impegni pastorali, condividendo le gioie e le fatiche nel vivere la
vocazione agli altri sacerdoti, una persona trova un feed-back che favorisce la
maturità della sua vita sacerdotale.
Concludendo, per rispondere alla domanda che ho messo
all’inizio, noi non parliamo di moda, perché è già praticata da più di mille
anni. Il sacramento del perdono è davvero un dono per tutta l’umanità. È un
luogo in cui l’uomo può incontrare una persona affidabile che non apre la
bocca, può sentire la grandezza della misericordia di Dio, può trovare un
rinforzo spirituale per poter ricominciare di nuovo la vita ecc. Attraverso di
esso, il Signore nostro Gesù Cristo mette in pratica una delle sue promesse: io sarò con voi tutti i giorni.