mercoledì 21 dicembre 2011

L'incarnazione: la via della redenzione scelta da Dio


Parliamo della scelta di Dio per poter redimere e salvare l’uomo, incarnandosi nella carne ossa e divenendo simile a noi fuorché nel peccato. È una scelta radicale e a volte inconcepibile nei confronti di altre religioni. In questo modo, le vie dell’uomo diviene quelle di santità perché la sua quotidianità è stata introdotta dalla potenza divina di Dio. Diventa possibile per l’uomo ora a giungere il suo Creatore e Redentore attraverso la condizione storica donata da Dio. Nel fatto di essere creati come uomo o donna, appartiene ad una certa popolazione con la sua cultura e il suo stile di vita e vivere in un paese in mezzo all’oceano o nel continente, indicano tutti i dati storici, che sono le nostre vie da vivere in modo meglio, seguendo Gesù Cristo.
Nato a Betlemme per Gesù è una scelta a favore dell’uomo. Egli è l’unica creatura che il Signore ha plasmato secondo la sua immagine (Gen 1,27). Ecco perché la sua creazione incorona l’opera creativa di Dio. L’uomo, da parte sua, incorona l’evento della creazione con il sabbat di Dio. Il giorno che dà il limite alla creazione, quello che stimola l’uomo (e anche il Signore) per conquistare se stesso dopo aver lavorato e conquistato il mondo in sei giorni operativi. Di conseguenza, tutte le cose sono al servizio di lui, in modo tale che possano aiutarlo per poter tornare al suo Creatore e Redentore. Il giorno di sabbat poi diventa un modo di essere come figli, contemplando l’intreccio tra la grazia e la collaborazione dell’uomo nelle varie opere compiute nei giorni lavorativi.
Con il peccato, questa immagine dell’uomo di Dio viene sconvolta: lo specchio dell’uomo per conoscere se stessi è la propria immagine (il proprio ego, la sua capacità e debolezza), l’uomo diventa uno schiavo delle creature (fidarsi alla forza del potere, dei denari e della felicità umana) e il sabbat non è più un giorno per l’uomo, ma egli continua a creare ed a lavorare. L’uomo sta trascurando la sua figliolanza, il suo essere come immagine e, confrontando la storia di Israele, egli sta tornando in Egitto, il paese anti sabatico e quello della schiavitù. 
A questo punto, crediamo che il Signore è sempre con noi, anche quando lo trascuriamo. Rovesciando questa affermazione, siamo di fronte ad una bella domanda: «davvero siamo accorti della sua presenza in mezzo a noi – per sempre»? La sfida per rispondere questa domanda è quella di vivere la spiritualità battesimale: un conto è essere battezzato, l’altro è quello reale in cui qualcuno si offre liberamente per diventare cristiani. Questa scelta indica l’impegno, la  collaborazione, l’apertura all’altro (Dio, prossimo, creato). Riconoscere la fede come un dono gratuito, un cristiano tenta di risponderlo con la carità, ossia la vita spesa per il prossimo al servizio di Dio.
Questa maturità per decidere determina la maturità dell’uomo per rispondere i diritti e gli obblighi nel fatto di essere cristiani. Il processo dell’elezione offre l’uomo passa da uno schiavo all’uomo libero, dal non essere all’essere, dal peccatore all’eletto. È un passaggio che si ruota intorno al discernimento, cioè la disponibilità dell’uomo per comprendere la volontà di un altro, di Dio stesso. L’assenza di essa stimola l’auto affermarsi ossia la confermazione della propria volontà.
Un esempio molto semplice lo troviamo nella preghiera del Signore sia fatta la tua volontà. Ma questo non basta, egli stesso aggiunge come in cielo così in terra. Ciò significa chiedere a Dio che ci dia la sua grazia per conoscere, per scegliere uno stile di vita e per vivere fedelmente il nostro carisma, la nostra vocazione, il nostro quotidiano. Ciò significa anche lasciarsi guidare dalla scelta e dai doni concessi da Dio per noi, ossia, scelgo ciò che Egli ha scelto per me. Si intuisce qui uno sbaglio di Adamo ed Eva che hanno scelto ciò che Dio non vuole per loro. In questo modo, loro hanno portato la creazione al termine perché la loro scelta ci ha condotto alla morte.
Come è l’influsso di questo schema nella nostra scelta? Innanzitutto bisogna conoscere la grazia di Dio e il carisma dell’uomo. Occorre separare l’una dall’altra? Ricordiamo l’esempio di Maria che accoglie il lieto annunzio dall’angelo io sono la serva del Signore, si compia in me la sua volontà. Importante è che l’uomo si accorga della presenza di Dio e sia disponibile a cooperare e a collaborare con lui. Di fatto ciò si rende possibile dalla sua capacità di riconoscere la volontà di Dio. Così nella nostra scelta, non si tratta soltanto scegliere uno stato di vita, ma portare al termine il progetto di Dio per l’umanità. Questa si assomiglia ad essere suoi strumenti, noi sulla terra, come i santi e gli angeli in cielo!

Il testo è ispirato dal vangelo di Luca 2 e la lezione sul carisma

alfonsus widhi, Rembang, il natale 2011 

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