venerdì 29 marzo 2013

La storia dalla missione (il Giovedì santo)

Questo è un piccolo episodio di vita come gli altri. Una cosa che mi stimola per condividere con voi è di come le persone che ho incontrato lo vedono dal punto di vista della fede. è successo questo episodio in un vilaggio dove i cattolici sono di minoranza numerica, vivono in mezzo alla foresta della piantagione di palma d'olio e tra il lavoro, il riposo e la preghiera, cercano sempre di equilibrare e di integrare la loro vita in questi tre ambienti. Così è la storia.....
Oggi, il mercoledì santo, insieme con il parroco, siamo andati in una comunità di 80 chilometri circa dalla parrocchia. È una piccolissima comunità molto attiva. Abbiamo il coraggio per andare perché una ventina di persone ha chiesto le confessioni prima di pasqua. è la prima volta nella storia che questo vilaggio ha questa possibilità. Certo che è difficile da accettare questa situazione, visto che la parrochia stessa ha una ventina delle comunità, in cui una comunità è costituita dalla 30 al più di 200 famiglie. Perciò, in questi giorni, bisogna discernere bene quale comunità da servire, visto che la distanza geografica determina la condizione fisica dei missionari che prestano il servizio in questa parrocchia.
Visto che non possiamo celebrare il triduo pasquale in questa comunità, allora abbiamo scelto proprio oggi per il sacramento della riconciliazione. Siamo partiti verso le 14.00 sotto il sole fortissimo e siamo tornati a casa verso le 20.00 sotto la pioggia equatoriale molto forte anche. Ringraziamo il Signore, la nostra vecchia macchina ci ha protetto lungo il viaggio. Una cosa mi ha fatto impressionare. Quando siamo arrivati in chiesetta in mezzo alla piantagione del palma d’olio, c’era soltanto una persona. Ma, dicevo, dove sono gli altri? Poi egli mi ha spiegato che c’era un lutto nella comunità, perciò tutti erano ancora nella casa del defunto.
Dopo un quarto d’ora circa, alla fine sono arrivati una ventina di persone per le confessioni. È stata una bellissima celebrazione comunitaria e molto toccante. Ho ascoltato e ho visto che, davvero…. qui il sacramento della riconciliazione trasforma la vita delle persone passo dopo passo. C'erano delle persone che avevano preparato questo momento in modo serio. Perciò, hanno fatto una bellissima confessione e hanno raccolto un frutto da vivere quotidianamente... a partire da Cristo.
Dopo le celebrazioni, insieme con il parroco, siamo andati a pregare insieme nella famiglia per dare le condoglianze. Quando siamo arrivati a loro casa, ho visto la salma è messa come se fosse egli sta dormendo per terra, accerchiato dalla sua famiglia e dai suoi parenti. La gente convive con la morte! Non ho vista la paura dai loro volti. Ho l’impressione che questo piccolo gregge accoglie la morte come sorella e fa parte della loro quotidianità. Non c’è la paura nei loro volti tristi. Anzi, c’è il coraggio per affrontare questo episodio della vita. Si radunano con i piedi intrecciati intorno alla salma aperta, messa per terra, con il viso soridente, dormendo.
Una signora, dopo aver pregato insieme, ha detto al pubblico sottolineando la grazia di Dio che adombra la morte di questo signore. Come possiamo dire la grazia? Lei ha detto poi che questo signore defunto aveva lavorato per la chiesa, l’aveva costruita dall’inizio, aveva dato tutto quello che aveva per la vita di questa comunità e il Signore l’ha chiamato durante la settimana santa, anzi, addirittura c’erano qui due missionari che pregano per loro dopo le confessioni nella comunità. È impossibile se volessimo ragionare.
Ascoltando ciò che la signora ha detto di fronte al pubblico, pensavo davvero che la nostra presenza è più di una presenza fisica. Non cercano me, ma cercano Gesù che è presente attraverso la nostra presenza fisica. Oltre la debolezza umana di noi missionari, questo piccolo episodio è davvero un profumo di olio versato sui piedi di Gesù. Anche noi possiamo sentire la consolazione e la gioia che il Signore ci regala in mezzo alla stanchezza fisica che abbiamo per servire il suo gregge.
Alla fine, ringraziamo il Signore, che ci ha fatto vedere il frutto maturo della nostra testimonianza. Ringraziamolo per la maturità della fede che il Signore dona alle persone affidate a noi. Basta un sorriso e una espresione semplice per farci capire che il Signore è in mezzo a noi.... Grazie Signore.

P. alfonsus widhi sx
da Pekanbaru - Sumatra

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