Ketoprak Il teatro tradizionale di Giava |
Innanzitutto ricordiamo il contesto in cui Gesù invita
questi due uomini semplici per seguirlo. Pietro si è trovato sulla riva del
mare al lavoro, mentre Paolo si è trovato in un viaggio per perseguire i
cristiani. Entrambi hanno incontrato Gesù per caso. Però, questo incontro è
stato preparato da una disposizione del cuore per cercare, amare e servire Dio
con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la forza. In questo modo,
quel incontro “a caso” è diventato un incontro fruttuoso, perché l’anima che
cerca, trova ciò che il cuore desidera.
A partire da questo incontro, la vita di entrambi è cambiata
totalmente. Addirittura sono diventati le colonne fondamentale della Chiesa.
Pietro è l’apostolo per il popolo d’Israele, mentre Paolo quello delle genti.
Entrambi sono diventati uno di tanti modelli di vita cristiana, a partire da
una semplice domanda: mi vuoi seguire?
Così che questi due apostoli sono diventati anche il patrono
della mia parrocchia d’origine. È una parrocchia in cui i cristiani sono di
minoranza numerica. I cristiani di questa regione sono i pescatori, gli
insegnati, gli agricoltori, gli operai e pochi sono gli impiegati dello stato.
L’unica cosa che ci unisce è la fede in Gesù Cristo, come quella dei santi
Pietro e Paolo.
La Chiesa che ha compiuto 58 anni celebra questa festa con
una grande gratitudine e dimostra la sua maturità nel vivere la fede in un modo
ordinario. Quando San Ireneo scrive “la gloria di Dio è l’uomo vivente, la vita
dell’uomo è la visione di Dio”, egli vuole sottolineare l’importanza
dell’aspetto incarnativo di Gesù che rende visibile Dio invisibile che salva
tutto l’universo. Questo aspetto è limitato al tempo e allo spazio scelto da Dio:
da Betlemme fino al calvario, passando una grande città dei profeti,
Gerusalemme. Ciò vuol dire che la fede che noi viviamo dovrebbe trovare le
modalità diverse per viverla. Questa va incarnata nella storia in cui siamo
inseriti.
Come si comprende questa incarnazione nella storia nella
vita cristiana della parrocchia? Ci sono tre momenti di festa.
Innanzitutto è la messa. Una cosa che mi piace molto a
condividere con voi è la presenza del “gamelan”, gli strumenti musicali
giavanese. Questi hanno accompagnato i canti della messa. I musicisti, però,
non sono tutti cattolici, anzi sono i mussulmani! Vivendo questa realtà nel
giorno della festa dei patroni della parrocchia, mi fa riflettere la grandezza
del cuore di questi fratelli di confessione di fede diversa per accettare la
diversità. Di conseguenza questi erano presenti e hanno seguito completamente
la messa. Noi avevamo bisogno della loro presenza e questi hanno accolto il
nostro invito, rispettano la nostra professione di fede.
Di seguito, dopo la messa, c’era un tempo di condivisione
fraterna della cena. Con il contributo dei presenti e della parrocchia, c’era i
pasti per circa mille persone. La presenza del cibo tipico nella sua
semplicità, abbiamo cenato tutti insieme con tanta fraternità, gioia, sorrisi e
gratitudine. Il Signore è stato buono con noi e continui a benedirci.
Alla fine, il momento della festa è stato concluso con gli
auguri degli elementi fondamentali della regione: il coordinatore del forum del
dialogo inter-religioso (un budhista), quello della sicurezza e gli altri
rappresentati delle diverse religioni che ci sono nel comune di Rembang.
Cosa ha fatto il parroco e un suo collaboratore? Loro hanno
partecipato al “ketoprak”, un teatro tradizionale che nella tradizione antica
serve per trasmettere i valori morali della vita comune. Hanno giocato il ruolo
non del tanto significante, ma era importante e attesa dalla gente comune: la
commedia. Guardate queste immagini:
2 sacerdoti stanno facendo la comedia dentro il teatro ketoprak |
Gamelan Strumenti tradizionali che accompagnano la messa e il teatro |
Ho vissuto questa festa dei patroni (e del popolo proprio,
perché non è soltanto è stata festeggiata dai cattolici), ringraziando il
Signore per il bene che ci dona. Finora ci sono tanti buoni rapporti tra le
persone di religioni diverse. C’è la pace e la stabilità per confessare la
nostra fede. Poi c’è il rispetto reciproco, aiutandosi a vicenda nei momenti di
difficoltà.
Spero che la felicità e la serenità di questa festa
continui nel futuro, in mezzo alle varie prove di movimenti fondamentalisti che
cercano di dividere il mio paese.La festa del patrono della parrocchia, Santi Pietro e Paolo,
Rembang, Giava Centrale.
p. alfonsus widhiwiryawan sx
Rembang 1 Luglio 2012
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