Accorgimenti per curare le malattie dell’anima
L’autore del testo è stato il quinto Generale della Compagnia di Gesù dal 9 Febbraio 1581 alla morte. Il suo periodo è stato segnato dalla fecondità dei numeri di coloro che si sono aggregati alla compagnia e dall’espansione dell’attività missionaria propria della compagnia.
L’autore del testo è stato il quinto Generale della Compagnia di Gesù dal 9 Febbraio 1581 alla morte. Il suo periodo è stato segnato dalla fecondità dei numeri di coloro che si sono aggregati alla compagnia e dall’espansione dell’attività missionaria propria della compagnia.
Il contenuto del testo, che sono le istruzioni e le avvertenze pratiche per i superiori affinché possano governare correttamente, è in sintonia all’esigenza di questa situazione. Visto la maggior responsabilità spetta ai superiori «per fare rendi conto a Dio»[1], il Generale li stimola ad evitare l’ingenuità e il spiritualismo. Da un lato, è un atteggiamento dei superiori di «crederci innocenti soltanto perché non ha fatto nulla di male»[2] e dall’altro lato, è pregare tanto, trascurando però l’impegno per «procurarsi gli aromi»[3], che sono gli strumenti necessari per poter amministrare bene il potere per la maggior gloria di Dio e al servizio dei fratelli. La preghiera, che è la colonna principale nella cura, viene praticata e collocata in modo giusto.
[1] Acquaviva. C., «Accorgimenti per curare le malattie dell’anima», in http://www. ignaziana.org/accorgimenti.pdf, Cap. I, § 1. (D’ora in poi si cita semplicemente il capitolo e il numero di riferimento).
[2] I, § 1.
[3] I, § 5.
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